sabato 10 gennaio 2009

Il papa al Cammino neocatecumenale: spirito di unità e adesione docile alla Chiesa

Come tre anni fa: un carico di amicizia e di fermezza. Con toni al tempo stesso docili e perentori, il papa rivolge agli iniziatori e ai membri del Cammino neocatecumenale il suo primo discorso successivo all’approvazione definitiva degli Statuti da parte del Pontificio Consiglio per i Laici e incoraggiando tutti a proseguire l’opera di evangelizzazione avviata nella città di Roma e nel mondo intero mette al tempo stesso in evidenza, con puntualità certosina, la necessità di una aderenza totale del Cammino agli insegnamenti della Chiesa e di adesione “docile” alle direttive del papa e dei vescovi, in un contesto di unità con le altre realtà ecclesiali e di “inserimento organico” dell’itinerario neocatecumenale nella pastorale parrocchiana e diocesana.

C’è il racconto stesso delle caratteristiche del Cammino neocatecumenale nelle parole accurate e rigorose scelte da Benedetto XVI per questo incontro nella Basilica Vaticana. C’è, naturalmente, il ringraziamento, rivolto anzitutto a Dio, per i “frutti spirituali” che attraverso il Cammino si sono raccolti in questi anni, per le “fresche energie apostoliche” suscitate tra i sacerdoti e i laici, per l’aiuto dato a quanti si erano allontanati dalla Chiesa e hanno ora ritrovato la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica. Ma c’è anche, altrettanto ovviamente, il riferimento chiaro e continuo alla necessità che il Cammino neocatecumenale rimanga fedele a Cristo e alla Chiesa, in un percorso di “docile adesione alla direttive dei Pastori”, secondo uno spirito di “piena disponibilità al servizio del Vescovo”. L’evangelizzazione va condotta in spirito di unità (Benedetto XVI parla di “condizione indispensabile”) e il Cammino deve sapersi inserire in modo organico nella pastorale diocesana: obiettivo da raggiungere, nel caso concreto della diocesi di Roma, intensificando “la vostra adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto collaboratore nel governo pastorale della diocesi”. E quanto alla Santa Sede, la stessa recente approvazione degli Statuti è per il papa il segno della “stima e benevolenza” con cui da piazza San Pietro si segue “opera che il Signore ha suscitato” attraverso gli iniziatori Kiko Arguello e Carmen Hernandez.

Nelle parole del papa, in ognuna delle righe del suo discorso, non ci sono domande o richieste, ma certezze circa ciò che il modo con il quale il Cammino dove operare. Già subito dopo i saluti iniziali, il papa ricorda immediatamente che i neocatecumenali sono riuniti nella Basilica Vaticana per “rinnovare la stessa professione di fede” che Pietro fece a Gesù: “Tu sei il Cristo”. Una professione di fede fatta di fronte e alla presenza stessa del successore del “principe degli apostoli”, appunto Benedetto XVI. “La vostra presenza, così folta ed animata – afferma il papa - sta a testimoniare i prodigi operati dal Signore nei trascorsi quattro decenni; essa indica anche l’impegno con cui intendete proseguire il cammino iniziato, un cammino di fedele sequela di Cristo e di coraggiosa testimonianza del suo Vangelo, non solo qui a Roma ma dovunque la Provvidenza vi conduca”. “Un cammino – rimarca il papa tedesco - di docile adesione alle direttive dei Pastori e di comunione con tutte le altre componenti del Popolo di Dio”. “Voi questo intendete fare”, sottolinea Benedetto XVI, indicando lui stesso dunque le intenzioni di coloro che ha di fronte, escludendo ogni via alternativa. “Voi questo intendete fare – dice - ben consapevoli che aiutare gli uomini di questo nostro tempo ad incontrare Gesù Cristo, Redentore dell’uomo, costituisce la missione della Chiesa e di ogni battezzato”. Questo, per il papa, il contesto nel quale il Cammino deve operare ed esistere: l’itinerario iniziato da Kiko – ricorda il pontefice – “si inserisce in questa missione ecclesiale come una delle tante vie suscitate dallo Spirito Santo con il Concilio Vaticano II per la nuova evangelizzazione”. Non una via esclusiva, dunque, ma “una delle tante” che lo Spirito ha suscitato: sottolineatura importante per una realtà ecclesiale talvolta criticata per la sua tendenza all’esclusività e alla separatezza dalle altre esperienze del tessuto diocesano.

Ricordando la parrocchia dei Santi Martiri Canadesi in cui si costituirono le prime comunità del Cammino neocatecumenale a Roma, il papa passa in rassegna i risultati raggiunti nella città e nel mondo intero. “Come non benedire il Signore – si domanda - per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni?”. E ancora: “Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica!”. Una lunga esclamazione che segnala il ringraziamento da parte del papa per il “generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente”.E’ a questo punto che Benedetto XVI sceglie di citare la recente approvazione definitiva degli Statuti del Cammino, che “è venuta a suggellare – dice - la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori”.

L’opera iniziata deve continuare, però, con uno stile ben chiaro e definito, in piena sintonia del resto con quanto sancito proprio negli Statuti. Ed ecco allora che “la vostra già tanto benemerita azione apostolica – scandisce il papa - sarà ancor più efficace nella misura in cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’Ultima Cena”. Questa “unità dei discepoli del Signore”, che è “dono delle Spirito Santo e incessante ricerca dei credenti”, è “condizione indispensabile” perché l’azione evangelizzatrice della Chiesa risulti feconda e credibile”. Ed ecco allora che pensando alle 103 parrocchie nelle quali il Cammino opera nella città di Roma Benedetto XVI con l’incoraggiamento a proseguire nell’impegno assunto esorta i neocatecumenali “ad intensificare la vostra adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto collaboratore nel governo pastorale della Diocesi”, dal momento che “l’inserimento organico del Cammino nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali torneranno a beneficio dell’intero popolo cristiano”. Poiché c’è bisogno – dice ancora il papa – di una “vasta azione missionaria che coinvolga le diverse realtà ecclesiali” e poiché è bene che “pur conservando ciascuna l’originalità del proprio carisma, esse operino concordemente cercando di realizzare quella "pastorale integrata" che ha già permesso di conseguire significativi risultati”, la considerazione che il papa rivolge ai membri del Cammino è quella che “ponendovi con piena disponibilità al servizio del Vescovo, come ricordano i vostri Statuti, potrete essere di esempio per tante Chiese locali, che guardano giustamente a quella di Roma come al modello a cui fare riferimento”. Interessante passaggio, questo, nel quale il papa indica la sua diocesi come esempio e modello per le altre diocesi.

La necessità di “adottare gli indirizzi formativi proposti dalla Santa Sede e dalle diocesi” è sottolineata anche per quanto riguarda la formazione nei seminari Redemptoris Mater, una risposta a quell’altro “frutto spirituale” costituito dal “grande numero di sacerdoti e di persone consacrate che il Signore ha suscitato nelle vostre comunità” e che ora sono impegnati in Italia e nel mondo intero rendendo un “generoso servizio alla Chiesa” e costituendo una vera e propria “primavera di speranza”. “L’obiettivo a cui occorre mirare da parte di tutti i formatori – precisa il papa - è quello di preparare presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia parrocchiale che diocesana”: parole che costituiscono un altro, nuovo, ulteriore e ancora una volta ripetuto accenno all’integrazione del Cammino nella realtà ecclesiale e al rispetto degli indirizzi formativi proposti. Il papa insomma non ha paura di ripetersi, di riprendere concetti già espressi, di sottolineare più e più volte, sotto ogni aspetto, quali sono le responsabilità – enormi – che il Cammino neocatecumenale ha di fronte, a maggior ragione adesso che l’approvazione degli Statuti è avvenuta in modo definitivo. Sono anche queste – conclude il papa – “le esigenze e le condizioni della missione apostolica”, che nelle parole del Vangelo risuonano come “un invito a non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà, a non ricercare umani successi, a non temere incomprensioni e persino persecuzioni”, e che invece incoraggiano “a porre la fiducia unicamente nella potenza di Cristo”. Ed è nella preghiera alla Madonna che il papa chiede il Cammino sia aiutato “a realizzare con gioia e fedeltà il mandato che la Chiesa con fiducia vi affida”.


Questo il testo integrale del discorso del papa
Cari fratelli e sorelle!
Con grande gioia vi accolgo quest’oggi così numerosi, in occasione del 40° anniversario dell’inizio del Cammino Neocatecumenale a Roma, che conta attualmente ben 500 comunità. A voi tutti il mio cordiale saluto. In special modo saluto il Cardinale Vicario, Agostino Vallini, come anche il Cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, che con dedizione vi ha seguiti nell’iter di approvazione dei vostri Statuti. Saluto i responsabili del Cammino Neocatecumenale: il Signor Kiko Argüello, che ringrazio cordialmente per le parole con cui si è fatto interprete dei sentimenti di tutti voi, la Signora Carmen Hernández e Padre Mario Pezzi. Saluto le comunità che partono in missione verso le periferie più bisognose di Roma, quelle che vanno in "missio ad gentes" nei cinque continenti, le 200 nuove famiglie itineranti, e i 700 catechisti itineranti responsabili del Cammino Neocatecumenale nelle varie Nazioni.
Questo nostro incontro si svolge significativamente nella Basilica Vaticana costruita sul sepolcro dell’Apostolo Pietro. Fu proprio lui, il Principe degli Apostoli che, rispondendo alla domanda con cui Gesù interpellava i Dodici sulla sua identità, confessò con slancio: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Voi oggi siete qui riuniti per rinnovare questa stessa professione di fede. La vostra presenza, così folta ed animata, sta a testimoniare i prodigi operati dal Signore nei trascorsi 4 decenni; essa indica anche l’impegno con cui intendete proseguire il cammino iniziato, un cammino di fedele sequela di Cristo e di coraggiosa testimonianza del suo Vangelo, non solo qui a Roma ma dovunque la Provvidenza vi conduca; un cammino di docile adesione alle direttive dei Pastori e di comunione con tutte le altre componenti del Popolo di Dio. Voi questo intendete fare, ben consapevoli che aiutare gli uomini di questo nostro tempo ad incontrare Gesù Cristo, Redentore dell’uomo, costituisce la missione della Chiesa e di ogni battezzato. Il "Cammino neocatecumenale" si inserisce in questa missione ecclesiale come una delle tante vie suscitate dallo Spirito Santo con il Concilio Vaticano II per la nuova evangelizzazione.
Tutto ebbe inizio qui a Roma, quarant’anni or sono, quando nella Parrocchia dei Santi Martiri Canadesi si costituirono le prime comunità del Cammino neocatecumenale. Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica! La recente approvazione degli Statuti del "Cammino" da parte del Pontificio Consiglio per i Laici è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori. Il Papa, Vescovo di Roma, vi ringrazia per il generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa Città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente.
La vostra già tanto benemerita azione apostolica sarà ancor più efficace nella misura in cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’Ultima Cena. Prima della Passione, infatti, il nostro Redentore pregò intensamente perché i suoi discepoli fossero una cosa sola in modo che il mondo fosse spinto a credere in Lui (cfr Gv 17,21). E’ questa unità, dono dello Spirito Santo e incessante ricerca dei credenti, a fare di ogni comunità un’articolazione viva e ben inserita nel Corpo mistico di Cristo. L’unità dei discepoli del Signore appartiene all’essenza della Chiesa ed è condizione indispensabile perché la sua azione evangelizzatrice risulti feconda e credibile. So con quanto zelo stiano operando le comunità del Cammino Neocatecumenale in ben 103 parrocchie di Roma. Mentre vi incoraggio a proseguire in questo impegno, vi esorto ad intensificare la vostra adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto collaboratore nel governo pastorale della Diocesi. L’inserimento organico del "Cammino" nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali torneranno a beneficio dell’intero popolo cristiano, e renderanno più proficuo lo sforzo della Diocesi teso a un rinnovato annuncio del Vangelo in questa nostra Città. In effetti, c’è bisogno oggi di una vasta azione missionaria che coinvolga le diverse realtà ecclesiali, le quali, pur conservando ciascuna l’originalità del proprio carisma, operino concordemente cercando di realizzare quella "pastorale integrata" che ha già permesso di conseguire significativi risultati. E voi, ponendovi con piena disponibilità al servizio del Vescovo, come ricordano i vostri Statuti, potrete essere di esempio per tante Chiese locali, che guardano giustamente a quella di Roma come al modello a cui fare riferimento.
C’è un altro frutto spirituale maturato in questi quarant’anni, per il quale vorrei ringraziare insieme con voi la Provvidenza divina: è il grande numero di sacerdoti e di persone consacrate che il Signore ha suscitato nelle vostre comunità. Tanti sacerdoti sono impegnati nelle parrocchie e in altri campi di apostolato diocesano, tanti sono missionari itineranti in varie Nazioni: essi rendono un generoso servizio alla Chiesa di Roma, e la Chiesa di Roma offre un prezioso servizio all’evangelizzazione nel mondo. E’ una vera "primavera di speranza" per la comunità diocesana di Roma e per la Chiesa! Ringrazio il Rettore e i suoi collaboratori del Seminario Redemptoris Mater di Roma per l’opera educativa che essi svolgono. Il loro compito non è facile, ma molto importante per il futuro della Chiesa. Li incoraggio pertanto a proseguire in questa missione, adottando gli indirizzi formativi proposti tanto dalla Santa Sede quanto dalla Diocesi. L’obiettivo a cui occorre mirare da parte di tutti i formatori è quello di preparare presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia parrocchiale che diocesana.
Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica che è stata proclamata, ci ha richiamato le esigenze e le condizioni della missione apostolica. Le parole di Gesù, riferiteci dall’evangelista san Matteo, risuonano come un invito a non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà, a non ricercare umani successi, a non temere incomprensioni e persino persecuzioni. Incoraggiano piuttosto a porre la fiducia unicamente nella potenza di Cristo, a prendere la "propria croce" e a seguire le orme del nostro Redentore che, in questo tempo natalizio ormai al termine, ci è apparso nell’umiltà e nella povertà di Betlemme. La Vergine Santa, modello di ogni discepolo di Cristo e "casa di benedizione" come avete cantato, vi aiuti a realizzare con gioia e fedeltà il mandato che la Chiesa con fiducia vi affida. Mentre vi ringrazio per il servizio che rendete nella Chiesa di Roma, vi assicuro la mia preghiera e di cuore benedico voi qui presenti e tutte le comunità del Cammino Neocatecumenale sparse in ogni parte del mondo.

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