Nella formulazione definitiva integrate le norme sulla liturgia: Comunione in piedi, ma al proprio posto, per i neocatecumeni. Le celebrazioni, aperte a tutti, inserite nella normale pastorale liturgica della parrocchia. Kiko: “Presto la pubblicazione delle catechesi”
ROMA – Approvazione definitiva degli Statuti e riconoscimento ufficiale del Cammino neocatecumenale come “metodo di formazione cattolica”, con celebrazioni inserite nella normale pastorale liturgica delle parrocchie e integrazione nel testo degli Statuti delle norme sulla liturgia, a partire dalla Comunione che d’ora in avanti sarà ricevuta dai fedeli delle varie comunità non più seduti, ma in piedi, seppur al proprio posto e senza processione verso l’altare. E’ una giornata storica quella del 13 giugno 2008 per il Cammino Neocatecumenale: la Santa Sede, attraverso il Pontificio Consiglio per i Laici, consegna agli iniziatori Kiko Arguello e Carmen Hernandez, la versione definitiva degli Statuti e dopo cinque anni di sperimentazione e undici mesi e mezzo di verifiche ulteriori, concede quel riconoscimento ufficiale che il Cammino attendeva da quarant’anni. Un passo fondamentale che sarà in un futuro non lontano affiancato – afferma Kiko - dalla pubblicazione delle catechesi integrali dei due iniziatori, quelle contenute nel volume sugli “Orientamenti alle equipes di catechisti” e che “hanno ottenuto già da tempo il nulla osta della Congregazione per la Dottrina della fede”.
IL RICONOSCIMENTO – Non un movimento ecclesiale né un’associazione di persone: la Santa Sede riconosce il Cammino neocatecumenale come un “itinerario di formazione cattolica”, cioè un programma di formazione alla vita cristiana impartito in comunità e condotto secondo ritmi e metodi specifici, tanto dal punto di vista catechetico che da quello liturgico. E’ tale itinerario che, nella nuova formulazione degli Statuti, riceve “personalità giuridica pubblica”. Il Cammino – prescrive l’articolo 1 del documento approvato – “è al servizio del vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente alla fede” (art. 1 Statuti): è dunque sotto la giurisdizione e la direzione del titolare diocesano e si attua nelle parrocchie con l’assistenza e la guida dell’equipe responsabile del Cammino (art.2) e in coordinamento con i parroci. Nulla senza il vescovo, dunque, stretto rapporto con i parroci, valorizzazione dei presbiteri e particolare attenzione alla scelta e alla formazione dei catechisti.
LA LITURGIA: COSA CAMBIA – Non una cosa separata, ma una delle varie espressioni della pastorale liturgica delle parrocchie: le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali – che rimangono fissate al sabato sera - “fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli” (art. 13). E’ per questo, dice Kiko in conferenza stampa, che risulta superato quanto previsto dalla lettera della Congregazione per il Culto divino riguardo alla partecipazione dei membri delle comunità alla messa domenicale in parrocchia almeno una volta al mese: ora sono le stesse celebrazioni neocatecumenali a far parte della pastorale parrocchiale, e i neocatecumeni dunque non avranno più l’obbligo di “saltare” un sabato ogni trenta giorni. Le celebrazioni neocatecumenali hanno luogo secondo le disposizioni del vescovo e seguono i libri liturgici approvati dal Rito Romano, fatta eccezione – prescrive il nuovo testo degli Statuti - “per le concessioni esplicite della Santa Sede”. Il riferimento è – allo stato attuale - alle ammonizioni prima delle letture, alle risonanze dei fedeli prima dell’omelia, allo scambio della pace dopo l’omelia. Due righe sanciscono quella sorta di compromesso raggiunto poi in tema di distribuzione dell’Eucaristia: i fedeli la riceveranno non seduti ma in piedi, come aveva chiesto la Congregazione per il Culto Divino, rimanendo però al proprio posto, e non procedendo in processione verso l’altare, come previsto dai libri liturgici: “Per quanto concerne – si legge al terzo comma dell’art. 13 - la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto”.
IL FUTURO – E’ l’approvazione definitiva per il Cammino Neocatecumenale, che resta strumento a disposizione del vescovo diocesano e continuerà dunque ad essere presente solamente nelle diocesi che lo vorranno e presso le parrocchie che lo accoglieranno o esplicitamente lo richiederanno. Anche da un punto di vista formale viene sottolineata ora la partecipazione del Cammino, e in particolare delle celebrazioni eucaristiche del sabato, alla vita parrocchiale: il Cammino resta naturalmente, per i singoli vescovi e i singoli parroci, non un obbligo ma una possibilità, uno strumento, un percorso di formazione da utilizzare (o meno) per l’iniziazione cristiana e l’evangelizzazione: chi lo scegliesse ha ora la rassicurazione formale da parte della Santa Sede dell’aderenza del Cammino agli insegnamenti della Chiesa.
A proposito di aderenza dottrinale, oltre agli Statuti l’attuazione del Cammino seguirà anche le catechesi di Kiko e Carmen, quelle contenute nel volume - “Orientamenti agli equipes di catechisti” - esplicitamente citato dal documento approvato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Un testo che, secondo l’iniziatore del Cammino, sarà pubblicato in tempi ragionevoli: il nulla osta da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede è arrivato già nel 2003 (dopo un intenso lavoro di verifica) e ora, una volta giunto al termine il percorso di approvazione definitiva degli Statuti - sarà reso disponibile a tutti. Resta fondamentale, nella realizzazione pratica del Cammino, il ruolo del catechista: gli Statuti chiedono che essi siano persone qualificate, “scelti fra coloro che danno garanzie di vita di fede e morale” e “convenientemente formati”.
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